Alla base di una sana pratica sportiva si trova la competenza dei meccanismi energetici nello sport. Dal momento in cui avrai chiaro il funzionamento dei tuoi muscoli, il loro comportamento quando sono sotto sforzo e come acquisiscono energia dall’organismo, potrai prendere decisioni più consapevoli in fatto di durata degli allenamenti, di intensità dello sforzo e, con ogni probabilità, anche la dieta assumerà un altro significato.
Cominciamo col dire che l’unità fondamentale di ogni attività fisica è l’energia. Ci riferiamo, qui, all’energia della quale ha necessità il muscolo per compiere sforzi; la scintilla energetica è ottenuta dall’idrolisi dell’ATP (adenosintrifosfato), ovvero dall’incontro dell’ultimo gruppo di fosfato inorganico, contenuto nell’ATP, con l’acqua. Come vedremo più avanti, la questione centrale in questo frangente è rappresentata dalla durata energetica di una molecola di adenosintrifosfato. Infatti, l’aspetto più interessante che riguarda i processi energetici nello sport consiste nel riconoscere come il corpo, in base all’allenamento che si sta svolgendo, recupererà le molecole di ATP in un modo, anziché in un altro.
Andiamo con ordine. Le molecole di ATP, a seguito dell’idrolisi, perdono un gruppo di fosfato inorganico sui tre di cui si compongono (l’ATP si compone di adenosina e tre gruppi di fosfato inorganico). Questo fenomeno rilascia gradualmente energia utile per il lavoro muscolare. A seguito della perdita del fosfato, la molecola non sarà più adenosintrifosfato, ma adenosindifosfato (ADP). Questo avviene in pochi secondi, perciò è evidente che la questione centrale nei processi energetici nello sport riguarda i metodi con i quali l’organismo sintetizza nuovamente l’adenosintrifosfato. Ma come avvengono i meccanismi energetici nello sport che l’organismo attua per sintetizzare nuovamente l’ATP?
Sono quattro gli elementi attraverso i quali l’organismo attua i propri processi energetici nello sport. Il primo è la creatina fosfato. La creatina fosfato è presente mediamente nella misura di 120g nel corpo di un individuo; a effetto rapido, questo composto è denominato fosfagene ad alta energia. Assumere creatina prima dell’attività fisica consente di aumentare la concentrazione intracellulare, favorendo un prolungamento nel tempo di uno sforzo fisico.
Il secondo processo energetico per lo sport è quello corroborato dal grasso. Il grasso, come i carboidrati e le proteine, può essere usato dall’organismo per sintetizzare ATP. A differenza della creatina fosfato, il grasso è, a livello molecolare, più complesso e risulta meno accessibile durante i meccanismi energetici nello sport: prima di poter contribuire alla sintesi dell’ATP, è necessario scomporre i trigliceridi (molecola complessa) in glicerolo e acidi grassi liberi, per questa ragione, il contributo energetico del grasso, che ha comunque il ruolo di grande riserva energetica dell’organismo, è maggiore quanto minore sia l’intensità dell’allenamento.
Il terzo elemento che prende parte ai processi energetici nello sport è rappresentato dai carboidrati. A differenza del grasso, i carboidrati non sono accumulati in riserve, e in questo modo i muscoli e il fegato possono recuperarli e sintetizzare ATP in tempi più brevi e anche a fronte di allenamenti più intensi. Considera che un allenamento particolarmente intenso può avere l’effetto di esaurire le scorte di carboidrati. Ti raccomandiamo quindi di reintegrarli con la dieta. L’ultimo gruppo di molecole utile all’organismo nei processi energetici nello sport è rappresentato dalle proteine.
La proteina è centrale negli allenamenti più lunghi e svolge la sua funzione quando convertita in glucosio, cosa che accade dopo una prima scomposizione della molecola nelle sue unità fondamentali: gli aminoacidi.
Veniamo ora alla terminologia specifica per inquadrare le tipologie di meccanismi energetici nello sport. Parliamo di processo ATP-PCr quando ci riferiamo al processo energetico di sintesi di ATP attraverso la creatina fosfato. La scomposizione di un gruppo di fosfato dipende dall’enzima creatina chinasi ed è durante questa fase che si rilascia energia, il recupero di un gruppo di fosfato, attraverso la fosforilazione, è dato dal PCr, la creatina fosfato. La PCr sostiene il calo di ATP fino a 15-20 secondi dall’inizio dell’attività, è metaforicamente paragonabile alla scintilla di un motore a scoppio. La glicolisi, invece, è il processo energetico nello sport che porta alla scomposizione del glucosio, cifra del carboidrato. Tale scomposizione genera come prodotto l’acido piruvico. Questo acido può essere tratto nell’organismo in due modi, ed entrambi sono processi energetici dello sport. Nel primo caso, l’acido piruvico si inserisce nel ciclo di Krebs, nel secondo, viene convertito in acido lattico. Il primo processo è chiamato glicolisi lenta e sfrutta gli effetti dell’ossidazione dell’ossigeno; il secondo è chiamato glicolisi veloce e produce lattato come scarto finale.
La differenza sostanziale tra i due processi riguarda la velocità di accesso all’energia (che, come dicono i nomi, sarà più rapida nel caso della produzione di lattato e più lenta, nel caso del ciclo di Krebs).
Tutti processi energetici nello sport coesistono in ciascun individuo e avvengono in sostanziale compresenza, indipendentemente dal tipo di allenamento. Tuttavia, ciascun atleta avrà uno o due processi che dominano sul terzo. Kiron mette a tua disposizione una ampia scelta di integratori naturali per favorire il corretto funzionamento dei processi energetici nello sport.
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